martedì 23 luglio 2013

Premio Letterario "Macchia d'Isernia",20 Luglio 2013.Sezione A (narrativa adulti).



                                                                                                                                                                  















Il primo premio viene assegnato ad Armido Malvolti (Castelnovo ne' Monti - Reggio Emilia),per il racconto "L'hanno chiamato Tito",con la seguente motivazione: "Il racconto è il monologo di una ragazzetta che riferisce al padre adottivo la sua esperienza di profuga da quel martoriato teatro di guerra che nell'ultimo scorcio dello scorso secolo fu l'oriente balcanico.Orrori come i massacri,la fame,gli stupri,la prostituzione praticata per sopravvivenza e l'irritata percezione di un Dio che non interviene,innervano-per così dire-la trama complessiva del narrato,nel cui sviluppo va anche colta l'aleatorietà di certe pie adozioni che tutto elargiscono alla creatura adottata meno che la cosa più importante:gli affetti perduti.L'organizzazione espositiva segnala un'ineccepibile gestione della sintassi,con frequenti interrogative in un contesto nel quale la paratassi ben rende il tono concictato del discorso".(A. Cervo).

venerdì 12 luglio 2013

Altre due finali per i mei romanzi!

Altre due finali per i mei romanzi!
"Romanzo di una fisarmonica": inserito nella  rosa dei quindici finalisti dalla giuria del Premio Letterario Giovane Holden - Lucca.VII Edizione.Premiazione il 14 settembre nella Sala Ademollo della Provincia di Lucca.
"Il profumo della farina calda":finalista con altre dieci opere del Premio Letterario Internazionale Città di Arona. Classifica finale il 29 settembre,

premiazione in Arona nel mese di ottobre.

martedì 9 luglio 2013

"L'hanno chiamato Tito" (Sinossi)


L’hanno chiamato Tito
(sinossi)



  La guerra nella ex Jugoslavia vista con gli occhi di una giovanissima vittima e raccontata in modo incalzante, con piccole frasi che si trasformano in altrettante frustate che lasciano il segno.La fuga con madre,sorella e tanta gente di etnie e religioni diverse;gli orrori che si materializzano lungo un percorso senza meta e senza speranza;l’arrivo in un paese straniero per essere ospitati in un campo profughi allestito in una ex caserma che ancora puzza di guerra;la scoperta della faccia meno nobile della solidarietà.“Che ne sai tu di me?Di cosa desidero davvero?E’ qualcosa che non costa.E’ una parola”.Non desidera regali la giovane protagonista,rivendica solo il diritto di poter pronunciare,anche per il tempo breve di una vacanza in Italia, quella semplice parola.Una parola che la guerra le ha rubato.Quattro pagine intense che lasciano nel lettore la sensazione di aver letto un potente manifesto contro le guerre.Tutte le guerre.



Questo racconto ha partecipato a quattro concorsi letterari ottenendo tre primi posti e un secondo.Poiché parecchi lettori mi hanno chiesto quando sarà possibile leggerlo,posso solo rispondere che,assieme ad altri quattordici,farà parte di una raccolta di racconti che spero di poter pubblicare entro l’anno o al massimo la prossima primavera.Dieci sono già pronti, sugli altri sto lavorando.A presto e grazie per i complimenti.